LOS ANGELES - Chiara e dritta, peso intorno ai cinquanta chili
forse, un corpo appuntito contro il vestito leggero di seta blu, "è di
Vera Wang", taglio anni Trenta. Braccia e ginocchia scoperte, rami
asciutti infilzati per sostenere l'abito. Kim Basinger non sembra
proprio la sexy bomb di 9 settimane e ½. Qualcosa si è prosciugato,
ingentilito, calmato. È molto bella, più di allora. Anziché ormoni,
acqua melanconica negli occhi azzurri, guardano davvero. La prima cosa
che dice: "Bisogna ridere, fa bene, porta bene". La seconda: "Bere
acqua, fare esercizio, una vita sana". Strizza la bottiglietta di
minerale, aggiunge: "Naturalmente, contano anche altre cose: l'energia
dentro, la tua differenza".
La sua è essere questa ragazza di cinquantatré anni che dà schiaffi al
tempo. Che ha tolto carne e sensualità ai muscoli, ci ha messo pace e
dolcezza. Rivale storica di Sharon Stone, ma più provinciale e in senso
buono, al posto di borchie e Basic Instinct, fragole e seduzione
casalinghe. L'estetica erotica degli anni Ottanta declinata in una più
prudente nuova giovinezza, non proprio pensierosa, ma riflessiva sì.
Una 50-something come si dice adesso, la vita che
ricomincia da un altro inizio. Spostato più avanti, ma è da lì che il
panorama diventa limpido. Ex modella da Eileen Ford a mille dollari al
giorno, lei però voleva fare l'attrice e quando ci è riuscita ad
arrivare a Hollywood non è mai stata abbastanza premiata dalla fortuna.
Qualche titolo noto: Mai dire mai, debutto nel grande cinema, Fool for
Love di Robert Altman, Batman e Final Therapy. Memorabile 9 settimane e
1/2, quello spogliarello su musica di Joe Cocker rimasto nelle fantasie
private di molte coppie.
Lei lo sa che quella scena non ha mai smesso di ripetersi nelle nostre
memorie, la penombra, il sudore, il ghiaccio, come se tutto fosse ancora
qui a sciogliersi e a bruciare. "Sono felice che abbia contribuito a
risolvere molte noie coniugali". Risponde da analista, sociologa, non da
diva di quegli anni di lussi e abbondanze, da femmina rigogliosa e
allegramente superflua. È che la disegnavano così, come direbbe Jessica
Rabbit. "Non è semplice liberarsi dall'immagine che altri decidono per
te, dagli stereotipi che si conficcano profondi. Finiscono per diventare
la tua identità. Hollywood non ha un principio generale, delle regole
fisse. Si comporta come il mercato, è il mercato, funziona secondo
quello che si vende". E lei vendeva bene, un prodotto da vetrina.
Un altro film da antologia, L. A. Confidential di Curtis Hanson, bianco
e nero laccati, thriller noir filosofico, prova di qualità insomma. Le è
valso l'Oscar come migliore attrice non protagonista e un Golden Globe,
se li meritava, interpretava una Veronica Lake evanescente, signora del
mistero, sangue refrigerato e secco. Ma sotto si capiva che era pronto a
bollire, arrossire. Molti ruoli mediocri dopo e qualche flop, una brutta
vicenda per Boxing Helena che non ha voluto più fare ("istigava alla
violenza sulle donne") e come penale una multa da otto milioni di
dollari.
Ha venduto Braselton per pagare, il paese di 450 abitanti che si era
comprata per venti milioni in Georgia sognando di farne una piccola
Hollywood. Poi la mamma di Eminem in 8 Mile, si disse allora che c'era
stata una svolta, l'erotismo epurato in scorbutica e ammaccata
maternità. Prima, in mezzo e poi, testimonial di calze e orologi, un
divorzio difficile da Alec Baldwin e una figlia da lui, Ireland, oggi
dodicenne.
"Ne ho passate come tutti nella vita. Sono stata più fortunata di molti
altri. Ridere, crede ci sia una strada migliore? La fede, certo: Dio e
delle gran risate". Lo dimostra subito, incarna con quel poco di corpo
che c'è la tesi: il riso le sale su dai fianchi stretti verso le braccia
magre e il collo bianco, stringe i pugni, sul polso sinistro una vena si
gonfia e sposta il braccialetto di argento sottile, l'unico gioiello
addosso. I sandali di vernice nera, tacchi medi, pattinano come quelli
di una bambina sulla moquette.
L'ex sensualona si diverte, urla "I love it, I love it so much" e non è
importante chi stia amando, ma che abbia quella voglia dentro. La testa
svolazza e non trova più appigli quando parla della figlia e dei suoi
anni da ragazza in Georgia, "ah quanto mi piaceva la musica e mi piace,
tutta la musica, classica, country, rock, sono storie infinite le
canzoni, un racconto delle cose delicato eppure che cuoce il cuore, mi
fanno lo stesso effetto gli scrittori del sud, Faulkner e gli altri,
Capote, Flannery O'Connor". La ragazza dello shampoo Breck che parla di
letteratura. Beh, solo pregiudizi. E poi lei ha molte storie nel sangue,
antenati tedeschi, svedesi, indiani Cherokee, irlandesi. Una trama fitta
di parole diverse.
Le piccole rughe attorno agli occhi sono una spugna per lo sguardo
liquido. Segni dolci, non ferite. Ha una maniera orgogliosa di
mostrarle, non se ne vergogna, non risulta che siano state manipolate
con ritocchi. "Non ho niente contro la chirurgia estetica, la bellezza
però è un sentire". Meglio così, perché adesso servono quelle impronte
degli anni: la Lancaster l'ha scelta per lanciare una linea di prodotti
per la pelle antietà, lei con il suo viso attraversato dall'esperienza.
Così com'è, senza finzioni, con le tracce di quello che è passato,
questa nuova femminilità più sedata e matura e piena, come succede a un
certo punto.
"Lo slogan della campagna mi piace: aggiungi vita all'età, non il
contrario". Beve altra minerale, "questo è un segreto. Ne ho altri". Ce
li dica. "Mangiare bene, io sono vegetariana anche se adoro il pesce, il
sushi in particolare, faccio esercizio ogni giorno, ho un personal
trainer. Una vita sana insomma. Però non è solo questo che serve".
Cos'altro. "Se hai rancore, rabbia, invidia, cattivi pensieri: tutto
torna su, addosso, si vede. Per questo credo nel perdono, perché
abbellisce il futuro".
Non parla di Alec, non vuole. Ma si capisce che lì c'è stato dolore, c'è
stata una speranza interrotta. Lo ha incontrato sul set di Bella,
bionda... e dice sempre sì nel '91, lo ha sposato due anni dopo,
dichiarò che aveva trovato la serenità e per una ex ragazza di provincia
con problemi di timidezza e agorafobia lui rappresentava il compagno
comprensivo e finalmente non nemico. Poi tutto a rotoli.
Sciupato l'amore, fallito il tentativo di far inciampare il destino
preparato per lei: bionda bella sciocca, alla Marilyn. Si ribellò, fu
emarginata. "Le nuove generazioni sono molto sofisticate, tecnologiche,
leggere. Sentono che tutto è possibile, se lo prendono. Per me e quelle
della mia età è stato diverso, non un dramma perché questo non posso
dirlo, ma più faticoso sì, per conquistarti una credibilità o una
carezza dovevi dimostrare cento volte il tuo valore".
Anche adesso le donne hanno il fiato corto, il lavoro, i figli e se non
riescono a tenere tutto qualcosa devono mollare, la società non le aiuta
e persistono molte riserve. In Italia l'argomento è molto sentito. "Lo è
dappertutto, le donne sono molto intelligenti, hanno incarichi
importanti nelle aziende e nella politica e insieme sono il centro delle
relazioni sociali e affettive, crescono figli e mandano avanti la
baracca.
Tutto a costo di compromessi e rinunce, più di quelli richiesti agli
uomini, e questo è ormai insopportabile. I paesi del Mediterraneo sono
molto sensibili a questi temi, in realtà riguardano tutti. Lo sviluppo
dipende dalle opportunità che si daranno alle donne di crescere e
realizzare i loro scopi. Altrimenti non è pensabile una società giusta,
magari anche più libera".
In Italia si discute molto anche del significato sociale e culturale da
attribuire alla famiglia, se il concetto tradizionale funzioni ancora,
se le unioni alternative a quella del matrimonio siano da considerare
alla pari, se per caso un tasso di natalità tra i più bassi in Europa ci
stia segnalando qualcosa.
"La famiglia è un nodo centrale, lo è sempre stato e lo rimarrà. Non
vedo qual è la differenza, le relazioni tra due uomini o tra due donne
che condividono un progetto si scontrano con gli stessi problemi e le
stesse stanchezze di qualsiasi altra coppia, tirare su un figlio è una
scommessa difficile e spaventosa per chiunque abbia coscienza. Ci
vorrebbe un'accoglienza illuminata, invece alle signore si richiede
l'irrealtà della perfezione. Mi piacerebbe una società solidale più che
una vita glamour".
Che mamma è lei, che consigli dà a Ireland. "Consigli? Già la vedo molto
autonoma e indipendente nei giudizi, ama essere amata questo sì, ma per
il resto ha una consapevolezza di sé molto sviluppata, forte,
espressiva. Rispetta gli animali e in questo deve aver imparato da me,
ha un senso della giustizia e della lealtà, ma come tutti commetterà
errori, conoscendo le conseguenze delle proprie azioni".
Le ha mai chiesto dei suoi trascorsi da modella per Playboy? "Sa che gli
esseri umani sono soggetti ai peccati. E ai ripensamenti". Si è pentita,
allora. "No, dico che certe cose le fai perché succedono e perché gli
anni sono quelli giusti per fregartene e per rimanere puliti e leggeri.
Poi le cose cambiano, e sbagliare diventa arrogante". Progetti? "While
she was out, uscirà il prossimo anno, un thriller di una regista
scozzese, Susan Montford, faccio la casalinga di periferia che si
ritrova in una brutta vicenda, quattro balordi che mi minacciano e io
devo sopravvivere con pochi semplici mezzi". Una metafora. "Io ho avuto
chance. Ma sì, anche coraggio".
Al dodicesimo piano del Four Seasons di Beverly Hills a Los Angeles, la
suite della Basinger si trasforma nella stanza delle chiacchiere,
confidenze e sorrisi, poco divismo. Entrano ed escono ragazze con i
cambi d'abito per le sessioni fotografiche, chiedono se anche domani
sarà di buon umore. È un pomeriggio fresco di giugno, fuori dalle
finestre la brezza spettina le palme e si porta dietro una luce di
cenere che impolvera il cielo, nei corridoi dell'albergo delle star la
temperatura frizza verso il grado zero. Non è autunno, è un inizio
d'estate lieve, strano e diverso, una stagione più sincera che
scandalosa.
Kim lo sa, 9 settimane e 1/2 è un attimo, la vita è più lunga. Meglio
non correre troppo in fretta, trattare con dolcezza le proprie
illusioni. Si può essere selvaggi e melanconici, e avanzare con
equilibrio. Domani non è mai un altro giorno, ma quello che resta
dell'oggi.