Lancaster l’ha scelta come testimonial di una nuova
linea di bellezza. Il fotografo Gilles Bensimon l'ha
voluta come mannequin del suo ultimo servizio di moda,
pubblicato in queste pagine da Elle.it. Perché Kim
Basinger, a 53 anni e mezzo, è più affascinante che mai.
Merito di sua figlia, della passione per il lavoro, ma
non solo.
È pensierosa nella suite del Four Season di Hollywood, i
capelli biondi di sempre portati come una bandiera, un
tubino nero, la figura minuta, allenata da un’ora di
palestra ogni giorno: «Non mi spaventa avere 53 anni»,
dice. «Piuttosto, quando mi guardo intorno, come
"ragazza" madre della mia amatissima Ireland, che ha 12
anni, troppe cose del mondo mi rendono malinconica. Le
nostre figlie adolescenti vivono una realtà difficile.
La fama momentanea sembra tutto per loro. Senza
passione, senza obiettivi, sognano di passare da un
tappeto rosso all’altro, sono affamate di attenzione
mediatica. Mi chiedo se tutto ciò derivi dalla nostra
società esasperatamente tecnologica che amplifica,
consuma e brucia subito oggetti e persone».
Come assorta, nella suite dove tutto è lusso, Kim
ritorna la ragazza del Sud, figlia di una famiglia di
artisti non certo benestante: «È stato un privilegio
diventare un’attrice, una diva, godere di tante cose che
Hollywood ti dà, per sempre, non solo nei momenti
d’oro».
Se ha fragilità segrete, le nasconde bene e continua a
recitare solo nei film che le procurano “pensieri,
vibrazioni, anche solo leggendo il copione”. Come The
Door in the Floor, da John Irving: «È stato un viaggio
come donna, moglie in crisi, madre. È quel che cerco nel
cinema».
Come si è difesa
dall’altalena della popolarità, dai periodi d’ombra per
l’insuccesso di certi film?
«Pensando che amo veramente recitare, non è un mestiere
scelto per l’ambizione di apparire, di arrivare. L’Oscar
per L.A. Confidential è stato una tappa importante. Non
ho mai subìto, ho sempre scelto e pagato di conseguenza.
Devo molto all’Europa in generale: se Hollywood mi ha
dato la fama, il pubblico europeo ha sempre creduto in
me come attrice».